Alfonso, il titolare dell’officina meccanica a cui la pianta faceva da tenda d’estate quest’anno ha chiuso l’officina.
Un po’ per l’età e i dolori reumatici, un po’ perchè le auto non sono più quelle a cui lui era abituato, troppo computerizzate, troppo poco meccaniche.
Mi è sinceramente dispiaciuto perchè Alfonso con la sua gentilezza e generosità è un pezzo della memoria del quartiere.
Tanti giovani negli ultimi 50 anni hanno imparato a pasticciare sulle auto da lui che non si infastidiva mai a dare spiegazioni a qualche ragazzino troppo curioso.
Mio padre, cliente affezionato divenuto amico negli anni ha mantenuto i contatti con lui. Mi ha detto che dietro l’officina Alfonso ha un piccolo orto e passa le giornate a curarlo, non è divenuto certo un uomo inattivo pur avendo circa 80 anni.
Eppure che tristezza che mi fa oggi quell’officina chiusa, tanto più rivedendo la bouganville fiorita.

pure io conosco un Alfonso che fa l’orto
chi non si adegua “chiude” è triste ma oramai è cosi in questo mondo globalizzato…..e non solo per Alfonso….
baci
scusami Teutonica donna,
avevo commentato ancora sul post precedente, non mi ero accorto del nuovo.
non riesco ad identificare quel posto eppure al Vomero ho abitato per anni…
non tanto l’officina ma la bouganville dovrei ricordamela, è splendida.
80 anni un meccanico? ma questo è un miracolo!
Che bello che è Alfonso 🙂 …mi hai fatto rivivere un’emozione, grazie 😉
Baci 🙂
Oggi se entri in un’officina meccanica trovi macchinari che sembrano usciti dalla NASA. Lo capisco, Alfonso. Meglio cosi’, vivra’ piu’ a lungo, meno stress.
preso atto della bella eta’ di alfonso sembra pu’ giusto che si dedichi all’orto che a correre dietro agli infernali aggeggi della moderna e tecnologica meccanica
e’ una cosa del tutto nturale alla sua eta’ mettersi alle spalle il lavoro anche se credo che ormai lo facesse piu per passione e come credo per spargere il suo sapere
e la sua passione
la cosa triste se vogliamo e che nessuno possa tirare su quella serranda che segua le sue orme
come si faceva una volta di passare
di padre in figlio
un saluto :-))
Le officine mecaniche di una volta, che simpatiche, era il luogo di ritrovo degi uomini, come i barbieri
Condivido dolcetempesta (e quindi anche giorgio e agape e rosslare) normale a 80 lasciare il lavoro triste però che non sia una scelta ma una rinuncia a una passione.
Il figlio di Alfonso per anni ha aiutato il padre finchè non ha trovato un altro lavoro da impiegato.
bello essere un pezzo di memoria del quartiere, come essere un pezzo di storia..
chissa’ come la prenderemo noi quando andremo in pensione. un po’ mi fa pena chi non smette mai di lavorare d’altra parte ci vuole coraggio anche per non lavorare.
Interessante il tuo commento Letizia!
Nel caso di Alfonso come ha capito qualcuno aveva trasformato il lavoro in passione e bene faceva a farlo.
Nel nostro caso…davvero non so…un lunga pausa a me ha fatto più che bene ma non vorrei che fosse per sempre
Per ora non sono matura per fare la casalinga pensionata o la pensionata soltanto, già mi sento morire a penaare a due mesi senza ragazzini con cui ridere arrabbiarmi e condividere..non scherzo..
off topic
il problema non è la sciatteria casalinga in cui ci troviamo spesso tutti noi: uomini e donne. Benvenga un po’ di relax!!
Il problema è il messaggio che viene lasciato dai media in particolare televisione e riviste: donne perfette levigate, magre o gonfiate nei punti strategici, tutte UGUALI perfettamente ASSURDE… I nostri figli maschi a quale idea di donna avranno in testa? e le le bambine cosa mai faranno a l loro corpo se non rispecchia quei canoni falsi costruiti e assurdi??
alcune attività artigiane tendo a sparire.
Peccato, alcune erano delle vere e proprie autorità :o)
Ciao :o)
Quel che mi ha fatto più impressione è officna di quà, orto di là e sull’officina, a fare ombra, non l’onduline, ma una bella frondosa, colorata, fors’anche amata bougaville … e questo mi ha fatto quasi percepire la tristezza di Alfonso che va nell’orto, ma non ha più i suoi motori, non sente più odore di benzina, non si macchia di grasso, ma solo di terra… credo sia molto triste crescere, alimentare, curare un’officina, quasi come una pianta, e poi, un giorno, girarsi e lasciarla e con lei quel pezzo di te che non puoi spiegare, nè portarti da un’altra parte…
E’ vero Alfonso meritava proprio un omaggio.
Ci sono persone, o meglio personaggi, che hanno fatto la storia del nostro mondo, figure che non si ripeteranno più in questo nostro mondo e che lasciano un vuoto dentro di noi.
Il mio pensiero va alla postina (sempre la solita), al ciclista che riparava le biciclette di noi bambini senza assicurarsi che qualcuno passasse a pagare; al calzolaio che mi faceva gli zoccoli su misura perchè avevo i piedi magri; al dottore che girava tutto il paese con la sua borsa e potrei continuare.
Ora tutto cambia, tutto va più in fretta e non sempre si riesce a star dietro.
Grazie per avermi fatto ricordare molte cose.
Peccato che nessuno dei giovani che ha imparato da lui abbia continuato l’attività…
Eh, ti capisco… posso immaginare, anche se 80 anni… se lo merita anche un po’ di riposo 🙂 Più che altro spero che chi rileverà quel posto avrà rispetto della bouganville.
… bello però che la splendida bouganvillea continui a ricordarvelo…
per un attimo – connettendo il nome e l’immagine ambientalista – ho temuto che si trattasse del pecoraro scanio.
dispiace anche a me quando scompaiono questi santoni popolari. anche perché ho paura che nel futuro persone generose ce ne saranno ben poco.
Doc in effetti è scomparso anche lui dalla circolazione o sbaglio?
Condivido, speriamo che non aprano al suo posto un pub o similia, ciao.